CRS-539/RES

STRATEGIE NUTRIZIONALI E SUPPORTIVE CARE

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Evento realizzato con il contributo non condizionante di

 

 

Presentazione del corso

Il progetto formativo, che s’inserisce nel contesto della supportive care, intesa come approccio integrato per la prevenzione della fragilità associata a patologie croniche, su base infiammatoria, immunitaria e degenerativa, è focalizzato sulla prevenzione e il trattamento della cosiddetta “fatigue”.

A tal proposito, la trasformazione, spontanea o reattiva, di emozioni o pensieri, in atteggiamenti o comportamenti concreti (es. movimenti), è la manifestazione finale di processi complessi controllati e coordinati dai sistemi nervoso, endocrino e immunitario, secondo i canoni della moderna psiconeuroendocrinoimmunologia. L’alterazione di una o più fasi/componenti di tali processi può causare la condizione che gli anglosassoni indicano, appunto, col termine fatigue

Definita come una sensazione di esaurimento ovvero di ridotta capacità fisica e mentale, la fatigue può essere di origine “centrale” e/o “periferica”. La prima è associata a disfunzioni dei meccanismi preposti alla motivazione e alla pianificazione di un’attività (es. a causa di alterazioni neuro-endocrine); la seconda, invece, è legata all'incapacità di mantenere una forza e una velocità adeguate all’azione che s’intende intraprendere (es. per alterazioni muscolari, sarcopenia).

Dal punto di vista clinico, la fatigue può manifestarsi in modo acuto o cronico. La forma acuta, che può fare la sua comparsa dopo uno sforzo fisico o mentale, può essere interpretata come l’esito di un meccanismo fisiologico di adattamento finalizzato a riportare nella norma un’attività esuberante che, altrimenti, porterebbe a un eccessivo dispendio energetico. La forma cronica, invece, che si manifesta indipendentemente dall'attività fisica intrapresa e persiste anche a riposo, è un sintomo importante, frequentemente associato a varie patologie – su base autoimmune, infiammatoria e degenerativa – in primis quelle neurologiche e neoplastiche.

In particolare, la fatigue associata al cancro (cancer-related fatigue, CRF) è una sensazione soggettiva persistente di stanchezza fisica, emotiva o cognitiva, correlata al cancro e/o al suo trattamento, sproporzionata rispetto all’attività eseguita recentemente, in grado di interferire con l’abituale capacità funzionale del paziente (National Comprehensive Cancer Network). I pazienti che ne soffrono la descrivono in vario modo, come una sensazione spiacevole di sentirsi a terra, ovvero di svogliatezza, prostrazione, debolezza, lentezza nell’esecuzione delle normali attività, confusione, scoraggiamento, apatia, stanchezza, trascuratezza, pigrizia, fiacchezza, indifferenza, abbattimento, sfinimento, esaurimento, etc. Essa, inoltre, è percepita come il sintomo più frequente, anche in termini di numero di giorni/anno, e più persistente,  persino rispetto alla nausea o al dolore. La fatigue, infine, incide più o meno pesantemente sulle normali attività della vita quotidiana (daily living activities, DLA), compromettendo spesso gravemente anche le relazioni interpersonali.

Nonostante la gravità e l’elevata incidenza (ne risultano colpiti dal 25 al 100% dei pazienti oncologici, specialmente dopo radioterapia), la fatigue continua a essere misconosciuta sia al medico, che interpreta spesso il suo corteo sintomatologico come espressione di uno stato depressivo, sia al paziente che ne soffre e che tende spesso ad accettarla come conseguenza inevitabile della malattia o del suo trattamento.

Dal punto di vista diagnostico, la CRF, essendo una condizione muldimensionale, correlata a domini non solo fisici ma anche psichici, è di difficile valutazione, anche perché non esiste ancora in letteratura una definizione universalmente condivisa di CRF. Nonostante questi limiti, tuttavia, nel corso del tempo sono stati messi a punto diversi strumenti di valutazione basati sulle misure del vissuto del paziente rispetto al disturbo.

Dal punto di vista fisiopatologico, le manifestazioni cliniche della fatigue sopra elencate, dovute sia alla malattia di base sia al suo trattamento, sono in larga misura riconducibili alla disfunzione dei processi reattivi, in primis lo stress ossidativo e l’infiammazione, su base centrale (alterazioni neuro-endocrine) o periferica (alterazioni immunitarie), complice una non ben definita suscettibilità genetica, la quale, tuttavia, lascia ampio spazio a modulazioni epigenetiche, probabilmente sotto l’influenza di modifiche quali/quantitative del microbioma.

La conoscenza di questi meccanismi, attraverso un approccio multidisciplinare in grado d’integrare, tra l’altro, i risultati di esami strumentali (atti a valutare in modo possibilmente non invasivo la composizione corporea), con quelli della moderna diagnostica molecolare (quali la redoxomica e la lipidomica), può fornire ai care-giver informazioni preziosissime sulla base delle quali “personalizzare” quegli interventi preventivi e terapeutici, che oggi possono finalmente avvantaggiarsi della preziosa alleanza fra nutrizione clinica convenzionale e moderna nutraceutica. Il progetto formativo prevede anche un approfondimento su specifici biomarcatori (es. angolo di fase, capacità ossidante totale del siero, profilo lipidomico degli acidi grassi circolanti), potenzialmente utili nella gestione del paziente affetto da fatigue.

Faculty

Dr. Daniele Cattaneo – Medico Geriatra, Direttore Sanitario della RSA e RSD di Lainate dell’Azienda Speciale Intercomunale Rhodense

Prof. Eugenio Luigi Iorio -  Medico Chirurgo specialista in Biochimica e Chimica Clinica, Presidente Osservatorio internazionale dello stress ossidativo di Salerno

Prof. Franco Contaldo – Professore ordinario Medicina Interna, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Federico II di Napoli

Prof. Fabrizio Pasanisi - Professore ordinario di Scienze Tecniche Mediche Applicate, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Federico II di Napoli

D.ssa Lidia Santarpia - RTD in Medicina Interna, UOC Medicina Interna e Nutrizione Clinica, Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Federico II di Napoli

D.ssa Enza Speranza – RD, PhD presso Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Federico II di Napoli

Destinatari

Medico Chirurgo (tutte le discipline), Farmacista (sia ospedaliero che territoriale), Dietista, Logopedista, Infermiere, Biologo

Requisiti per l'acquisizione dei crediti ECM

L'evento è accreditato secondo i nuovi criteri per l'assegnazione dei crediti ECM stabiliti dalla Commissione Nazionale per la formazione continua nel corso della riunione del 13 Dicembre 2016. Pertanto la frequenza è obbligatoria al 90% della durata dell'evento che sarà rilevata con sistema elettronico in entrata ed in uscita per ogni mezza giornata. 

Al fine dell'assegnazione dei crediti inoltre i partecipanti dovranno superare il test di apprendimento finale (valido con almeno il 75% delle risposte esatte) che sarà consegnato solo al termine dell'evento, come da disposizioni ministeriali. 

ATTENZIONE: il partecipante che volesse uscire anticipatamente rispetto alla conclusione dell'evento, per ottenere i crediti ECM (sempre che l'uscita anticipata preservi la frequenza al 90%), dovrà sostenere il test di apprendimento esclusivamente on line sul sito di Labor Medical entro e non oltre 3 giorni dalla conclusione dell'evento con una singola compilazione

Requisiti per l'attestato

L’attestato ECM sarà disponibile sulla piattaforma web del Provider all’indirizzo www.labormedical.it nel profilo personale dell’utente (previa registrazione) a seguito di rendicontazione (effettuata dal Provider entro 90 gg dalla data di fine dell’evento) e della quale il Provider ne darà pronta comunicazione all’indirizzo email dell’utente indicato nella propria anagrafica consegnata in occasione dell’evento.

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